mercoledì 7 ottobre 2009

Manuale di scrittura - Lez. 6

I DIALOGHI

Ed eccoci a un altro capitolo fondamentale della nostra guida: i dialoghi. Pensate che sia roba semplice da scrivere? Errore.
I dialoghi possono attribuire una forza sorprendente al vostro racconto… oppure esserne la rovina.
Esempio:
“Buongiorno, Miss Fairchild,” disse Maddy.
“Buongiorno a voi, Miss Carlisle,” rispose lei
“Oggi è proprio una bella giornata,” fece Maddy muovendosi sulla sedia.
“Oh, sì, e stasera ci sarà il ballo. Che emozione!” le disse di rimando l’amica.
Bla bla bla. Dialogo noioso, inutile, pesante.
Riuscite a immaginare di poter leggere anche soltanto un’altra riga di un romanzo così?
I dialoghi non sono un “accessorio” della narrazione ma un elemento indispensabile di essa che, in svariati casi, può arrivare a sostituirla.
Ecco allora alcune regolette che non vi faranno sbagliare:
1. Date dei tratti caratteristici al dialogo/modo di esprimersi dei vostri personaggi, qualcosa che li renda immediatamente riconoscibili (ad esempio, una frase, un’esclamazione, ecc.);
2. Usate frasi brevi, incisive. Se volete che uno dei vostri personaggi risulti noioso, vi sarà sufficiente renderlo verboso. Quindi evitate l’eccesso di dialogo e il dialogo sterile perché se pensate di “allungare il brodo” per guadagnare parole o battute, rinunciateci: qualunque editor se ne accorgerebbe;
3. Date, attraverso il dialogo, individualità ai personaggi e ricordate che i dialoghi devono sempre avere uno scopo ben preciso;
4. Rendete i dialoghi essenziali e non fornite tutte le informazioni subito. CENTELLINATE e la lettrice sarà portata a continuare a leggere per trovare le risposte a tutte le domande che avrete sollevato. Se date subito tutte le risposte, proseguire nella lettura sarà più noioso;
Esempio:
“Conte, perché vi sfiorate di nuovo quell’orrenda cicatrice? È ancora sanguinante. Oh, non imprecate, vi prego. So che ve la siete procurata durante un violentissimo scontro con uno dei dragoni del re che aveva tentato di incendiare il vostro castello perché appartenete ad uno dei clan ribelli, nemici della Corona.”
Davvero parlereste così? Orrore! La parola d’ordine è SFRONDARE. Vediamo:
Il conte sfiorò nuovamente l’orrenda cicatrice, ancora sanguinante, e imprecò. La fanciulla gli prese la mano e se la portò al cuore. “So che più del dolore, quella cicatrice vi ricorda momenti terribili della vostra vita, ma verrà il vostro momento e allora vi vendicherete.” Gli baciò la mano ruvida, avvezza più alla guerra che alle carezze.
Visto? La lettrice non potrà fare a meno di chiedersi: perché quella cicatrice? Cosa è successo in passato? Perché si vuole vendicare? Quale segreto nasconde il conte? Ecc, ecc.
E pian piano voi darete tutte le risposte nel corso del racconto;
5. Non fate mai dire ai personaggi ciò che la lettrice sa già.
Esempio:
“In qualità di mia migliore amica, Martha, sai che sono la terza figlia del Conte di Cranberries. E odio le restrizioni e le regole che la mia posizione mi impone.”
Se è vostra intenzione creare un personaggio noioso, siete sulla buona strada!
Rivediamo il tutto:
“Non capisco proprio perché non possa correre a piedi nudi sui prati come fai tu, Martha.”
“Perché tu non sei come me. Ti voglio bene come a una sorella, ma come figlia di un conte…”
“Terza figlia, prego, solo terza figlia. Ma del Conte Cranberries, purtroppo, lo so.”
“Hai delle responsabilità, Drucilla.”
“Apparenze da salvaguardare, lo so,” la contessina sospirò.
Compresa la differenza? La quantità di informazioni è la stessa (informazioni che avrete presumibilmente fornite in precedenza) ma la vivacità del dialogo è completamente diversa.
Fate in modo che i vostri personaggi, attraverso il dialogo, parlino e non si limitino a fornire un elenco di informazioni;
6. Non fraintendete, non sottintendete ma trovate le parole giuste per dire esattamente ciò che volete dire, in modo che la lettrice attribuisca il giusto senso a quanto viene detto;
7. Ciò che il personaggio dice ha maggiore impatto sulla lettrice di tutto quello che potrete raccontare voi come autrici;
8. Ripetizioni, contrazioni, pause rivelano lo stato d’animo del personaggio perciò valutatele bene.

Alla prossima!!!!

2 commenti:

  1. Durante il nostro incontro già mi avevi annunciato l'importanza del dialogo, ma sono contenta che tu l'abbia riportato sul tuo prezioso blog perchè così non rischio di dimenticare nozioni basilari (a costo di stampare tutto). Come sempre ha fatto un ottimo lavoro! Buon proseguimento e grazie per la dedizione con cui "erudisci" tutte noi.

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  2. Ciao carissima!
    è sempre un piacere sentirti anche se non mi sono ancora "convertita" a Facebook :-)

    Sono sempre felice che il mio lavoro vi sia utile.
    stavo addirittura pensando di trasformarlo in un manuale con tanto di esercizi :-))))

    Un abbraccio e spero che potremo incontrarci presto. Questo vale anche per Sonia, per quando passa da Roma.
    Bacissimiiiiii

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