venerdì 12 giugno 2009

Manuale di scrittura - Lez.3

L'EROE DEI NOSTRI SOGNI


IL LEADER

Duro, deciso, ambizioso, inflessibile e spesso insopportabile.

Esempi: Marlon Brando ne Il Padrino o Humphrey Bogart in Sabrina.



IL RAGAZZACCIO

Pericoloso ma affascinante, carismatico, amaro e sfuggente, odia le regole e i capi, non gli piace che gli dicano quello che deve fare, è un perfetto fuorilegge.

Esempi: Patrick Swayze in Dirty Dancing.



IL MIGLIORE AMICO

Gentile, premuroso, attento, il ragazzo che ogni donna vorrebbe sposare nella realtà. Non ama il confronto e non viene notato né apprezzato finchè non lo si conosce.

Esempio: Tom Hanks nei suoi film.


IL SEDUTTORE

Divertente, irresistibile, inaffidabile, l’anima della festa. Non ama il lavoro duro, non ama i compromessi soprattutto con le donne.

Esempio: Tom Selleck in Magnum PI.



L’ANIMA DANNATA

Tormentato e introverso, vulnerabile in amore, geniale e solitario.

Esempio: La Bestia de La bella e la bestia, il Fantasma dell’Opera



L’INTELLETTUALE

Logico, introverso, inflessibile, onesto, quando si innamora è per sempre. Interessante affiancarlo a una donna di indole opposta.

Esempio: Sherlock Holmes.



UOMO-AZIONE

Uomo tutto azione. Animalesco, audace, si caccia nei guai ma è abilissimo a venirne fuori. Tutto energia e coraggio.

Esempi: Indiana Jones, Will Smith in Men in Black, Sandokan



IL GUERRIERO

Cupo e pericoloso ma protettore dei più deboli. La sua durezza è dovuta a un torto subito, è nobile e tenace.
Esempi: Steven Seagal e Chuck Norris nei loro film.

6 commenti:

  1. Quando lavori con personaggi storici reali ti capita che sono un incrocio tra varie tipologie, per es. il conte Alain De Savoia-Soissons della saga di Alain e Juliette è un incrocio secondo me tra l'intellettuale, l'uomo-azione e il guerriero perché da giovane ha battuto in duello Saint-Just che ce l'aveva contro i nobili e in particolare contro la sua famiglia e pagherà questa imprudenza finendo in carcere durante il periodo del terrore, come comandante della caserma della Guardia Costiera di Calais è onesto e rigoroso, anche se abbastanza attento alle esigenze dei propri uomini, con la moglie all'inizio è protettivo perché lei ha 31 anni in meno di lui, ma quando gli anni passano e lei cresce come età, ma anche intellettualmente e sviluppa idee politiche opposte alle sue, Alain fatica ad accettarlo e per reazione si mette nei guai andando a cercarsi incarichi militari pericolosi...
    Dei personaggi del Risorgimento, di cui ho scritto la biografia romanzata, Silvio Pellico io lo vedo come un incrocio tra l'intellettuale e l'anima dannata, il conte Federico Confalonieri come un misto tra il seduttore e il leader, etc.
    Insomma, la mia domanda è questa: la tipologia mista si può usare solo se si lavora con personaggi reali che per quanto a volte si comportino come gli eroi dei romance, hanno più sfaccettature oppure anche chi lavora con personaggi inventati può mescolare le caratteristiche appartenenti a più tipologie?
    Cristina

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  2. Ciao Cristina,
    la tua domanda è interessantissima. io credo che un personaggio con più sfaccettature sia di gran lunga più interessante. d'altra parte, ognuno di noi è più cose contemporaneamente.
    è chiaro che il romance si muova su binari più prestabiliti e tenda a rifarsi a stereotipi. ma credo anche che le cose importanti siano l'equilibrio e la coerenza, nel senso che è fondamentale che il personaggio si comporti coerentemente con quello che è e con ciò che gli accade.

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  3. Io scrivo di personaggi inventati, in storie contemporanee oppure svolte nel passato.
    Mi sono ritrovata spesso a unire diverse sfaccettature nei miei personaggi. A volte sono le stesse vicende a stravolgere gli animi e a smussare i caratteri dei protagonisti. Un po' come avviene a noi, no? C'è ad esempio chi giudica "a pelle" per poi ricredersi non appena incappa in un madornale errore di valutazione (è una cosa che faceva una persona che conosco). Quello che dice Cristina sui personaggi reali è senz'altro vero, ma ritengo che a volte sia bene anche uscire dai binari cui fa riferimento Calypso.

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  4. A me gli stereotipi non piacciono tanto, l'importante è che il personaggio sia credibile e abbia un suo fascino.
    D'altra parte, nella realtà, non sempre ci si ritrova ad appartenere a uno di questi profili che, comunque, hai delineato molto bene.
    Personalmente a me piacciono anche quei personaggi che, nel cosro della storia, subiscono dei cambiamenti. Spesso le vicende della vita ci cambiano e allora perché non può accadere anche in un romanzo?
    Ciò non toglie che, nei romance, in genere i protagonisti appartengano a una di queste categorie, quasi come fosse una regola.
    Forse è per questo che il genere "rosa" mi sta un po' stretto.

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  5. é vero, lo stereotipo sta tremendamente stretto anche a me nel senso che mi piace l'imprevedibilità. faccio un esempio, un esempio molto classico: lui interrompe all'ultimo momento il matrimonio di lei con un uomo sbagliato e di solito che succede? che lui prende il posto dell'altro all'altare e... vissero tutti felici e contenti. esiste niente di più scontato? non so più quante scene così ho letto. nel mio romanzo accade qualcosa di completamente diverso: il protagonista è costretto a sposare un'altra e la protagonista assiste al matrimonio senza alzare un dito (ovvio che c'è un motivo :-))
    insomma, questo va fuori dai soliti binari del romance ma, cavolo, è di gran lunga più interessante, no?
    dite la vostra

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  6. Io trovo un po' surreale nei romance il fatto che il cossiddetto "bastardo doc" per amore divenga un agnellino... d'accordo che l'amore fa miracoli, ma a volte nei romance questo cambiamento è troppo repentino e radicale...
    Cristina

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