martedì 3 novembre 2009

TRASLOCO!

Ragazze, da oggi potete trovarmi (me e tutto il materiale passato, presente e futuro ma datemi il tempo di caricarlo tutto) su questo fighissimo social network nato appositamente per il romanzo rosa esclusivamente Made in Italy, dove potrete trovare anche scrittrici famose:

Raggiungetemi e iscrivetevi al mio gruppo!

http://officinadeisogni.ning.com

A prestissimo!

mercoledì 7 ottobre 2009

Manuale di scrittura - Lez. 6

I DIALOGHI

Ed eccoci a un altro capitolo fondamentale della nostra guida: i dialoghi. Pensate che sia roba semplice da scrivere? Errore.
I dialoghi possono attribuire una forza sorprendente al vostro racconto… oppure esserne la rovina.
Esempio:
“Buongiorno, Miss Fairchild,” disse Maddy.
“Buongiorno a voi, Miss Carlisle,” rispose lei
“Oggi è proprio una bella giornata,” fece Maddy muovendosi sulla sedia.
“Oh, sì, e stasera ci sarà il ballo. Che emozione!” le disse di rimando l’amica.
Bla bla bla. Dialogo noioso, inutile, pesante.
Riuscite a immaginare di poter leggere anche soltanto un’altra riga di un romanzo così?
I dialoghi non sono un “accessorio” della narrazione ma un elemento indispensabile di essa che, in svariati casi, può arrivare a sostituirla.
Ecco allora alcune regolette che non vi faranno sbagliare:
1. Date dei tratti caratteristici al dialogo/modo di esprimersi dei vostri personaggi, qualcosa che li renda immediatamente riconoscibili (ad esempio, una frase, un’esclamazione, ecc.);
2. Usate frasi brevi, incisive. Se volete che uno dei vostri personaggi risulti noioso, vi sarà sufficiente renderlo verboso. Quindi evitate l’eccesso di dialogo e il dialogo sterile perché se pensate di “allungare il brodo” per guadagnare parole o battute, rinunciateci: qualunque editor se ne accorgerebbe;
3. Date, attraverso il dialogo, individualità ai personaggi e ricordate che i dialoghi devono sempre avere uno scopo ben preciso;
4. Rendete i dialoghi essenziali e non fornite tutte le informazioni subito. CENTELLINATE e la lettrice sarà portata a continuare a leggere per trovare le risposte a tutte le domande che avrete sollevato. Se date subito tutte le risposte, proseguire nella lettura sarà più noioso;
Esempio:
“Conte, perché vi sfiorate di nuovo quell’orrenda cicatrice? È ancora sanguinante. Oh, non imprecate, vi prego. So che ve la siete procurata durante un violentissimo scontro con uno dei dragoni del re che aveva tentato di incendiare il vostro castello perché appartenete ad uno dei clan ribelli, nemici della Corona.”
Davvero parlereste così? Orrore! La parola d’ordine è SFRONDARE. Vediamo:
Il conte sfiorò nuovamente l’orrenda cicatrice, ancora sanguinante, e imprecò. La fanciulla gli prese la mano e se la portò al cuore. “So che più del dolore, quella cicatrice vi ricorda momenti terribili della vostra vita, ma verrà il vostro momento e allora vi vendicherete.” Gli baciò la mano ruvida, avvezza più alla guerra che alle carezze.
Visto? La lettrice non potrà fare a meno di chiedersi: perché quella cicatrice? Cosa è successo in passato? Perché si vuole vendicare? Quale segreto nasconde il conte? Ecc, ecc.
E pian piano voi darete tutte le risposte nel corso del racconto;
5. Non fate mai dire ai personaggi ciò che la lettrice sa già.
Esempio:
“In qualità di mia migliore amica, Martha, sai che sono la terza figlia del Conte di Cranberries. E odio le restrizioni e le regole che la mia posizione mi impone.”
Se è vostra intenzione creare un personaggio noioso, siete sulla buona strada!
Rivediamo il tutto:
“Non capisco proprio perché non possa correre a piedi nudi sui prati come fai tu, Martha.”
“Perché tu non sei come me. Ti voglio bene come a una sorella, ma come figlia di un conte…”
“Terza figlia, prego, solo terza figlia. Ma del Conte Cranberries, purtroppo, lo so.”
“Hai delle responsabilità, Drucilla.”
“Apparenze da salvaguardare, lo so,” la contessina sospirò.
Compresa la differenza? La quantità di informazioni è la stessa (informazioni che avrete presumibilmente fornite in precedenza) ma la vivacità del dialogo è completamente diversa.
Fate in modo che i vostri personaggi, attraverso il dialogo, parlino e non si limitino a fornire un elenco di informazioni;
6. Non fraintendete, non sottintendete ma trovate le parole giuste per dire esattamente ciò che volete dire, in modo che la lettrice attribuisca il giusto senso a quanto viene detto;
7. Ciò che il personaggio dice ha maggiore impatto sulla lettrice di tutto quello che potrete raccontare voi come autrici;
8. Ripetizioni, contrazioni, pause rivelano lo stato d’animo del personaggio perciò valutatele bene.

Alla prossima!!!!

venerdì 11 settembre 2009

Manuale di scrittura - Lez. 5

Chiedo umilmente scusa per la mia mostruosa assenza. Spero mi perdonerete e sappiate che sarò molto più presente d'ora in avanti.

Inoltre sto preparando un sito tutto dedicato alle informazioni per le scrittrici, molto più bello e più ricco di questo.

Ma adesso è ora della lezione!


IL CONFLITTO INTERIORE

Di cosa stiamo parlando esattamente? È forse arabo? Si tratta di geroglifici o complessi teoremi?
Ebbene, quello del conflitto interiore è un concetto semplice e complesso al tempo stesso, ma è FONDAMENTALE in un racconto.

Cominciamo con il definirlo: è un’idea o una credenza in cui il personaggio crede fermamente al punto da determinare tutte le sue scelte, e che cozza in maniera irrimediabile con le convinzioni dell’altro protagonista.
In poche parole, si ha conflitto interiore quando le convinzioni dei due protagonisti sono incompatibili.

Perché questo conflitto sia forte (e quindi determinante per la vostra trama), dovete fare in modo che non sia risolvibile con una bella conversazione o due.

Esempio: il vostro protagonista odia le donne che mentono.
Il vostro LUI suppone che la protagonista gli menta a proposito di qualcosa di importante (anche se in effetti non è così) e i due sono troppo impegnati a litigare per chiarire delle posizioni o degli equivoci facilmente chiaribili sedendosi a tavolino a parlare.
Questo NON è conflitto interiore.

Ora invece supponiamo che il vostro eroe sia un giocatore d’azzardo che odia le donne che mentono e la vostra protagonista la vedova di un pastore protestante, la quale gli mente perché lo reputa troppo simile al delinquente che ha ucciso suo marito e perché teme che lui voglia portarle via la casa e lasciarla in mezzo a una strada con i figlioletti.
Questo E’ conflitto interiore.

Vi è chiara la differenza? Il conflitto interiore prende vita dalle esperienze vissute dal personaggio ed è parte di sé. Ecco perché ne determina le scelte.

Imparate a giocare con il conflitto interiore in ogni capitolo, facendo in modo che il conflitto esterno (avvenimenti avversi) esacerbi quello interiore. Inserite sempre, in ogni capitolo, quel “tira e molla” che enfatizza la tensione erotica tra i due protagonisti.

Create poi delle situazioni che minino le certezze dei due, ma proprio quando questi stanno cominciando a pensare di rivedere le proprie convinzioni, deve accadere qualcosa che le riconfermi nella loro mente.

Inoltre, dovete decidere in anticipo come risolvere i conflitti interiori ed esterni e ricordate che entrambi dovrebbero risolversi alla fine del romanzo (sapete, la suspance J)

Bacissimi!

venerdì 12 giugno 2009

Manuale si scrittura - Lez.4

L'EROINA DEI NOSTRI SOGNI

LA LEADER

Ambiziosissima, destinata a vincere fin dalla nascita, sicura di sé, competitiva, arrogante.



LA SEDUTTRICE

Seducente e manipolatrice ma in fondo ha un cuore, la cinica visione della vita guida le sue azioni, è disposta a qualsiasi cosa per andare avanti e cadere sempre in piedi, indipendente, furba, usa lo charme come arma.



LA COMPAGNONA

Spiritosa e leale, trova la sua nicchia per realizzarsi, non ha bisogno di primeggiare, è più camerata che vamp. Affidabile e sempre di aiuto, fa amicizia con tutti.



LO SPIRITO LIBERO

Schietta e impulsiva, mai ovvia, simpatica e creativa, imprevedibile.



LA TROVATELLA

Cenerentola e la Bella addormentata nel bosco in uno. Il suo candore ispira protezione ma in sé ha una grande forza che nessuno sospetta.



LA LIBRAIA

Coscienziosa, ordinata, è convinta che l’aspetto fisico non conti. Saputella, seria, efficiente, rigida e repressa, schiva e scostante.



LA CROCIATA

Mira allo scopo e non si ferma finchè non lo persegue. Coraggiosa, persuasiva, ostinata, attiva.



LA MAMMA
Grande ascoltatrice, accomodante, comprensiva, serena, capace, ottimista, si prende gran cura di tutti, materna, premurosa, protettiva, altruista.

Manuale di scrittura - Lez.3

L'EROE DEI NOSTRI SOGNI


IL LEADER

Duro, deciso, ambizioso, inflessibile e spesso insopportabile.

Esempi: Marlon Brando ne Il Padrino o Humphrey Bogart in Sabrina.



IL RAGAZZACCIO

Pericoloso ma affascinante, carismatico, amaro e sfuggente, odia le regole e i capi, non gli piace che gli dicano quello che deve fare, è un perfetto fuorilegge.

Esempi: Patrick Swayze in Dirty Dancing.



IL MIGLIORE AMICO

Gentile, premuroso, attento, il ragazzo che ogni donna vorrebbe sposare nella realtà. Non ama il confronto e non viene notato né apprezzato finchè non lo si conosce.

Esempio: Tom Hanks nei suoi film.


IL SEDUTTORE

Divertente, irresistibile, inaffidabile, l’anima della festa. Non ama il lavoro duro, non ama i compromessi soprattutto con le donne.

Esempio: Tom Selleck in Magnum PI.



L’ANIMA DANNATA

Tormentato e introverso, vulnerabile in amore, geniale e solitario.

Esempio: La Bestia de La bella e la bestia, il Fantasma dell’Opera



L’INTELLETTUALE

Logico, introverso, inflessibile, onesto, quando si innamora è per sempre. Interessante affiancarlo a una donna di indole opposta.

Esempio: Sherlock Holmes.



UOMO-AZIONE

Uomo tutto azione. Animalesco, audace, si caccia nei guai ma è abilissimo a venirne fuori. Tutto energia e coraggio.

Esempi: Indiana Jones, Will Smith in Men in Black, Sandokan



IL GUERRIERO

Cupo e pericoloso ma protettore dei più deboli. La sua durezza è dovuta a un torto subito, è nobile e tenace.
Esempi: Steven Seagal e Chuck Norris nei loro film.

Gruppo di critica de "La chiave dei sogni"

Adorate,

ho appena aperto un gruppo su yahoo dedicato a chi volesse far parte e usufruire di un gruppo di critica. ho pensato che in questo modo avremmo la possibilità di sottoporre i nostri lavori e avere un parere esterno da "lettrice".

Ci tengo a precisare che non parleremo di romanzi di scrittrici famose (se non, magari, per citarle come esempio) ma ci dedicheremo ad analizzare i nostri lavori anche nell'ottica di quello che di volta in volta impariamo con le lezioni di questo blog.

Tutto questo viene fatto sempre con l'intenzione di dare la possibilità di approcciare il lavoro di scrittrice rosa in modo professionale.
Perchè è questo che alle scrittrici italiane manca ed è questo, secondo me, che le rende insicure nei confronti dei grandi editori.

Perciò, se la cosa vi interessa, creerò una cartella nominativa per ciascuna di voi, che raccoglierà tutti i lavori che vorrete sottoporci e discutere insieme.
Vi aspetto perciò su lachiavedeisogni@yahoogroups.com per l'iscrizione.
Bacini

Puntate in alto

Carissime,

spesso pubblicare con un piccolo editore ci sembra la soluzione più semplice: ha meno pretese e ci rende la vita più facile.
Il grande editore è molto selettivo, ha tempi di risposta geologici e il più delle volte ci sembra inarrivabile. Mondadori, la Harlequin, Sperling&Kupfer sono dei mostri sacri: decisamente troppo per un'autrice esordiente.
Ecco perchè ci avviciniamo con meno timore reverenziale al piccolo editore.
E qui sta la fregatura: si paga, gente, denaro sonante per avere che cosa? Nulla.
Il piccolo editore vi farà sborsare un bel po' di soldini, vi stamperà, diciamo, 2000 copie che - dice lui - distribuirà nelle grandi librerie.
Non ci credete. anche se ciò dovesse avvenire, non avete una sola speranza di vendere perchè la libreria vi metterà nell'angolo più remoto e nemmeno i topi di biblioteca vi troveranno.

Ma fate attenzione anche ai grandi. Vi racconto la mia esperienza. Anni fa, io e una mia amica mandammo un romanzo alla Curcio Editore (quella dei romanzi BlueMoon, per intenderci). dopo un paio di mesi ci risposero che avrebbero pubblicato il libro e ce lo misero pure per iscritto.
Da quel momento, più nulla. abbiamo mandato email, fax, abbiamo telefonato, ma nulla. Dopo tre anni, di recente, ci è arrivata una email dell'editore dicendo che il libro non sarà pubblicato perchè non adatto alla collana (notare che ce lo eravamo persino dimenticato).
E’ di poco tempo fa la notizia che una nostra amica ha pubblicato con il succitato editore, il quale le ha pagato la succulenta somma di 200 euro per acquistare il manoscritto. Vi rendete conto?
Beh, non so voi, ma io preferirei tenermelo nel cassetto per quella cifra, il mio libro.

Quello che voglio dirvi è questo: PUNTATE IN ALTO, puntate al grande editore perché solo in quel caso potrete fare sul serio. Se avete dei soldi da spendere, pagate un buon editor che vi aiuti a migliorare il vostro libro e a renderlo commercializzabile.
Anche perché non esistono altre speranze se non i grandi editori che hanno capitali sufficienti a pubblicare su larga scala e soprattutto a DISTRIBUIRE.
Un romanzo Harlequin, o uno Mondadori si vendono da soli ma un romanzo pubblicato dalla PincoPallino che fine fa?
E se proprio non vi interessa vendere, ma volete solo vedere stampato il vostro libro, ricorrete alle case editrici ON DEMAND che vi stampano solo le copie che volete e che hanno costi molto contenuti.
Bacini

martedì 26 maggio 2009

Amici

Carissime, nella colonna dell'indice, in basso, c'è uno spazio dedicato ai lettori fissi/sostenitori. se il blog vi piace, perchè non vi iscrivete?
Baci rapaci

Vetrina promozionale

Ragazze, non dimenticate che esiste uno spazio per chi ha già all'attivo almeno un libro. Mandatemi la vostra foto, qualche riga sul libro e una brevissima bio e vi inserisco nel blog! e non dimenticate il link al vostro sito (se lo avete!)
Passaparola!

venerdì 22 maggio 2009

Manuale di scrittura - Lez.2

Manuale di scrittura – Lez.2

Fonte: “The romance writer’s handbook” di Rebecca Vinyard

I PERSONAGGI

Lo so, è sempre la solita storia: quando si arriva ai personaggi ce li abbiamo sempre molto chiari in testa. Ma è così anche per chi ci legge?
Innanzitutto il personaggio dev’essere realistico, la perfezione non ci interessa. D’accordo che nei romanzi possiamo creare l’uomo dei nostri sogni, ma siamo più o meno tutte d’accordo nel dire che la perfezione è noiosetta, no?
E allora andiamo a vedere che cosa devono avere ‘sti benedetti protagonisti per farci innamorare!

1) NOME. Che ci crediate o no, la lettrice comincia a farsi un’idea del personaggio già dal nome che porta. Non ci credete? Provate a chiamare il vostro eroe Peppuccio e poi ne riparliamo J
2) DIFETTI FISICI. Naturalmente nulla di invalidante, sebbene il marchese de Peyrac della serie Angelica fosse claudicante eppur estremamente sexy. Ma qualche lieve difetto nell’aspetto fisico del personaggio lo rende più umano e la lettrice ci si affeziona e riconosce più facilmente.introdurre poi qualche tratto intrigante, accattivante. Ad esempio, un eroe con una cicatrice sul volto è molto più interessante di uno con un faccino perfetto, no?la gente si chiederà come si è procurato quella cicatrice.
3) PERSONAGGI SECONDARI. Ancor più interessante è la fisicità dei vostri personaggi secondari. In questo caso potete usare gli stereotipi a vostro favore poiché i personaggi secondari sono meno complessi dei protagonisti. Es: un uomo robusto o alto richiama forza e potere, mentre uno molto magro ci farà pensare a una persona nervosa e debole.
4) TRATTI EMOZIONALI come fobie, manierismi, espressioni, modi di parlare. Questi tratti sono essenziali perché la personalità e le reazioni dei vostri personaggi si spiegheranno attraverso di essi e renderanno i vostri protagonisti più umani e indimenticabili.
5) BACKGROUND. Bisogna sempre conoscere molto bene il background dei personaggi e le varie informazioni al riguardo vanno fornite gradualmente. Cosa vuol dire? Molto semplice: distribuitele al momento opportuno. Non scrivete due/tre pagine sul vostro personaggio non appena lo introducete per spiegare chi è e da dove viene: la lettura risulterebbe pesantissima e il lettore non avrebbe più nessun tipo di curiosità. È un po’ come rivelare l’assassino all’inizio di un giallo. Ciò che invece dovete fare è fornire le informazioni qua e là nel corso del libro, meglio se attraverso il dialogo e per bocca di altre persone. Questo ci fornirà tutte le informazioni necessarie a capire il personaggio ma in maniera intrigante. Però ricordate: l’eroe deve sempre avere un lato oscuro che non deve essere svelato se non alla fine o quasi.

E’ però sempre fondamentale che i personaggi si comportino in coerenza con il proprio carattere e il proprio background.
Per non cadere nell’errore di perdere di vista tale coerenza, esistono due metodi ugualmente efficaci: la SCHEDA e il QUESTIONARIO.
Esempio di scheda:

Justine Damaris è nata e cresciuta a New Orleans. All’inizio della sua adolescenza, sua madre morì dopo una lunga lotta contro il cancro al seno. Suo padre, David, cominciò ad allontanarsi da lei, nonostante Justine tentasse di attirare la sua attenzione ottenendo una licenza di investigatrice privata per diventare socia nell’agenzia investigativa del padre.
Justine è intelligente, determinata e mette sempre il benessere del padre prima del proprio. La sua storia familiare le ha lasciato dentro un profondo senso di abbandono e paura di essere rifiutata. A causa di ciò, Justine fatica a stringere amicizie e vive in costante stato di allerta.
La prima volta che ha deciso di rischiare per amore è stata tradita. Dopo aver trascorso la notte con quello che credeva l’uomo dei suoi sogni, Rett Burkett, lui le ha detto di aver commesso un grave errore. Ecc, ecc.

E’ più chiaro ora? Ma c’è un altro metodo, quello del questionario al quale dovrete avere la pazienza di rispondere:

- Dove è nata e cresciuta Bustine? Come è stata la sua infanzia?
- Descrivere la sua famiglia e gli amici d’infanzia. Li sente ancora?
- Le è piaciuto andare a scuola? Quali erano le sue materie preferite?
- Che titolo di studio ha? Come influisce la sua educazione sulla sua vita?
- Di che religione è?
- Che tipo di morale ha?
- Fin dove è disposta ad arrivare per difendere le sue convinzioni?
- Ha mai fatto qualcosa di cui si è poi vergognata?
- Cosa pensa del sesso? Come incidono le sue convinzioni sul suo modo di vivere una relazione sentimentale? Che atteggiamento ha verso il sesso?
- E’ una persona emotiva? Descrivi il suo temperamento
- Soffre di qualche fobia?cattive abitudini?
- Che aspetto ha? È contenta del suo aspetto?
- Qual è il suo migliore pregio? Quale il suo peggior difetto?
- Descrivere la sua situazione familiare attuale. E gli amici? È soddisfatta della sua famiglia e delle amicizie?
- Ha nemici? Perché?
- Che lavoro fa? È soddisfatta del suo lavoro?
- Che sogni/progetti ha? Cosa vuole dalla vita?
- Ecc, ecc.

La prossima volta parleremo degli archetipi maschili e femminili per scegliere al meglio i nostri personaggi.
Bacissimi!

sabato 4 aprile 2009

Manuale di scrittura - Lez.1

Fonte: "The romance writer's handbook", Rebecca Vinyard
" Writing a romance novel", Leslie Wainger

LA STRUTTURA DEL ROMANCE

Innanzitutto, se non vi spiace, ci terrei in modo particolare a non definire un romance come un "romanzo rosa" perchè ritengo che la definizione sia ormai purtroppo eccessivamente inflazionata e denigrata.
Preferisco chiamare questo genere di libri "romanzi d'amore". Tale definizione certo nulla cambia nella sostanza ma, poiché anche l'orecchio vuole la sua parte, io la vedo così: parlare di romanzo d'amore mi fa pensare a qualche intramontabile capolavoro tipo "Via col vento" od "Orgoglio e pregiudizio" (solo per citarne due), mentre parlare di romanzo rosa mi fa pensare a roba scadente.
E credetemi, è così per tutti. Perciò io comincerei a ridare una dignità al genere chiamando le cose con il proprio nome. Dopotutto, parliamo o no di storie d'amore?

Che stiate scrivendo uno storico o un contemporaneo, poco importa: la struttura del romanzo d'amore è sempre la stessa.
Perchè è importante non sottovalutare l'importanza dell'ossatura di un romanzo? Perchè è ciò che c'impedisce di andare fuori strada ed è ciò che ci consente di dare al libro il giusto equilibrio.
Con questo non voglio dire che dovrete esserne schiave, ma sarà importante soprattutto in quei momenti in cui sarete così assorbite dalla storia da non rendervi conto di dove state andando.

Dunque, immaginiamo un libro della lunghezza di circa 400 pagine. Nella struttura di un romanzo d'amore possiamo evidenziare 6 momenti basilari:

1) L'incontro tra i due protagonisti (dovrebbe avvenire il prima possibile, anche se non è una regola)
2) Il primo evento che cambia il rapporto tra i due protagonisti
3) Il secondo evento che cambia il rapporto tra i due protagonisti
4) Il "dark moment" in cui gli eventi precipitano
5) Il "climax" in cui tutto sembra perduto
6) La conclusione

Questi 6 momenti vanno compresi in 3 atti. Prendete un foglio e dividetelo in tre parti: ATTO I, ATTO II e ATTO III.

ATTO I (ca 100-120 pgg): la scena di apertura dovrebbe corrispondere al punto 1)

ATTO II (ca 180 pgg): il punto 2) dovrebbe situarsi a cavallo tra il I e il II atto

ATTO III (ca 100-120 pgg): il punto 3) dovrebbe situarsi a cavallo tra l'ATTO II e l'ATTO III. I punti 4) e 5) sono previsti a metà dell' ATTO III. Il punto 6) rappresenta la fine.

Ora, fatto questo, un buon sistema per non perdersi è quello di suddividere gli atti in capitoli e i capitoli in scene. Sto parlando di uno schema, naturalmente, all'interno del quale è possibile giocare in piena libertà e far accadere qualsiasi cosa.

Esistono due casi tipici, arrivati a questo punto: alcune scrittrici si fermano al livello schematico e utilizzano il lavoro fatto solo come traccia; altre preferiscono, già a questo stadio, scrivere le singole scene e collegarle le une alle altre solo alla fine del libro.

Buon lavoro!
Calypso

venerdì 3 aprile 2009

Diamoci una mossa!

Ciao a tutte,

ho appena creato questo angolo ideato appositamente per le scrittrici di storie d'amore, un settore molto proficuo ma al quale viene dato pochissimo spazio e del quale si sa poco.
Uno dei luoghi comuni più assurdi è che si possa scrivere un romanzo d'amore in pochissimo tempo e con grande facilità. Non c'è niente di più falso.
Perchè? Perchè scrivere di sentimenti riuscendo a suscitare nel lettore delle sensazioni è cosa davvero ardua. Non si tratta infatti di descrivere, ad esempio, un bacio ma di fare in modo che la lettrice quel bacio lo viva davvero; che riesca a sentire il calore, il fremito e la forza delle labbra del protagonista su di lei.

Ma certamente, se siete qui, è perchè queste cose le sapete benissimo. Sapete però altrettanto bene quali sono le "dritte" per poter scrivere meglio? Per dotare il vostro talento naturale di quel "quid" che lo aiuti a esprimersi meglio?

Qui accanto troverete alcuni contenuti che verranno aggiunti nei prossimi giorni. Per quanto riguarda il Manuale di Scrittura, posso dirvi che non me lo sono sognato stanotte :-) ma si tratta di un concentrato di quanto indicato da due mostri sacri dell'editoria americana: Rebecca Vineyard (scrittrice ed editorialista) e di Leslie Wainger (executive editor della Harlequin).
Ci saranno anche molti altri contenuti che ritengo di interesse per tutte le scrittrici. Resto naturalmente aperta a qualsiasi proposta e indicazione da parte vostra.
Bacissimi!