martedì 3 novembre 2009

TRASLOCO!

Ragazze, da oggi potete trovarmi (me e tutto il materiale passato, presente e futuro ma datemi il tempo di caricarlo tutto) su questo fighissimo social network nato appositamente per il romanzo rosa esclusivamente Made in Italy, dove potrete trovare anche scrittrici famose:

Raggiungetemi e iscrivetevi al mio gruppo!

http://officinadeisogni.ning.com

A prestissimo!

mercoledì 7 ottobre 2009

Manuale di scrittura - Lez. 6

I DIALOGHI

Ed eccoci a un altro capitolo fondamentale della nostra guida: i dialoghi. Pensate che sia roba semplice da scrivere? Errore.
I dialoghi possono attribuire una forza sorprendente al vostro racconto… oppure esserne la rovina.
Esempio:
“Buongiorno, Miss Fairchild,” disse Maddy.
“Buongiorno a voi, Miss Carlisle,” rispose lei
“Oggi è proprio una bella giornata,” fece Maddy muovendosi sulla sedia.
“Oh, sì, e stasera ci sarà il ballo. Che emozione!” le disse di rimando l’amica.
Bla bla bla. Dialogo noioso, inutile, pesante.
Riuscite a immaginare di poter leggere anche soltanto un’altra riga di un romanzo così?
I dialoghi non sono un “accessorio” della narrazione ma un elemento indispensabile di essa che, in svariati casi, può arrivare a sostituirla.
Ecco allora alcune regolette che non vi faranno sbagliare:
1. Date dei tratti caratteristici al dialogo/modo di esprimersi dei vostri personaggi, qualcosa che li renda immediatamente riconoscibili (ad esempio, una frase, un’esclamazione, ecc.);
2. Usate frasi brevi, incisive. Se volete che uno dei vostri personaggi risulti noioso, vi sarà sufficiente renderlo verboso. Quindi evitate l’eccesso di dialogo e il dialogo sterile perché se pensate di “allungare il brodo” per guadagnare parole o battute, rinunciateci: qualunque editor se ne accorgerebbe;
3. Date, attraverso il dialogo, individualità ai personaggi e ricordate che i dialoghi devono sempre avere uno scopo ben preciso;
4. Rendete i dialoghi essenziali e non fornite tutte le informazioni subito. CENTELLINATE e la lettrice sarà portata a continuare a leggere per trovare le risposte a tutte le domande che avrete sollevato. Se date subito tutte le risposte, proseguire nella lettura sarà più noioso;
Esempio:
“Conte, perché vi sfiorate di nuovo quell’orrenda cicatrice? È ancora sanguinante. Oh, non imprecate, vi prego. So che ve la siete procurata durante un violentissimo scontro con uno dei dragoni del re che aveva tentato di incendiare il vostro castello perché appartenete ad uno dei clan ribelli, nemici della Corona.”
Davvero parlereste così? Orrore! La parola d’ordine è SFRONDARE. Vediamo:
Il conte sfiorò nuovamente l’orrenda cicatrice, ancora sanguinante, e imprecò. La fanciulla gli prese la mano e se la portò al cuore. “So che più del dolore, quella cicatrice vi ricorda momenti terribili della vostra vita, ma verrà il vostro momento e allora vi vendicherete.” Gli baciò la mano ruvida, avvezza più alla guerra che alle carezze.
Visto? La lettrice non potrà fare a meno di chiedersi: perché quella cicatrice? Cosa è successo in passato? Perché si vuole vendicare? Quale segreto nasconde il conte? Ecc, ecc.
E pian piano voi darete tutte le risposte nel corso del racconto;
5. Non fate mai dire ai personaggi ciò che la lettrice sa già.
Esempio:
“In qualità di mia migliore amica, Martha, sai che sono la terza figlia del Conte di Cranberries. E odio le restrizioni e le regole che la mia posizione mi impone.”
Se è vostra intenzione creare un personaggio noioso, siete sulla buona strada!
Rivediamo il tutto:
“Non capisco proprio perché non possa correre a piedi nudi sui prati come fai tu, Martha.”
“Perché tu non sei come me. Ti voglio bene come a una sorella, ma come figlia di un conte…”
“Terza figlia, prego, solo terza figlia. Ma del Conte Cranberries, purtroppo, lo so.”
“Hai delle responsabilità, Drucilla.”
“Apparenze da salvaguardare, lo so,” la contessina sospirò.
Compresa la differenza? La quantità di informazioni è la stessa (informazioni che avrete presumibilmente fornite in precedenza) ma la vivacità del dialogo è completamente diversa.
Fate in modo che i vostri personaggi, attraverso il dialogo, parlino e non si limitino a fornire un elenco di informazioni;
6. Non fraintendete, non sottintendete ma trovate le parole giuste per dire esattamente ciò che volete dire, in modo che la lettrice attribuisca il giusto senso a quanto viene detto;
7. Ciò che il personaggio dice ha maggiore impatto sulla lettrice di tutto quello che potrete raccontare voi come autrici;
8. Ripetizioni, contrazioni, pause rivelano lo stato d’animo del personaggio perciò valutatele bene.

Alla prossima!!!!

venerdì 11 settembre 2009

Manuale di scrittura - Lez. 5

Chiedo umilmente scusa per la mia mostruosa assenza. Spero mi perdonerete e sappiate che sarò molto più presente d'ora in avanti.

Inoltre sto preparando un sito tutto dedicato alle informazioni per le scrittrici, molto più bello e più ricco di questo.

Ma adesso è ora della lezione!


IL CONFLITTO INTERIORE

Di cosa stiamo parlando esattamente? È forse arabo? Si tratta di geroglifici o complessi teoremi?
Ebbene, quello del conflitto interiore è un concetto semplice e complesso al tempo stesso, ma è FONDAMENTALE in un racconto.

Cominciamo con il definirlo: è un’idea o una credenza in cui il personaggio crede fermamente al punto da determinare tutte le sue scelte, e che cozza in maniera irrimediabile con le convinzioni dell’altro protagonista.
In poche parole, si ha conflitto interiore quando le convinzioni dei due protagonisti sono incompatibili.

Perché questo conflitto sia forte (e quindi determinante per la vostra trama), dovete fare in modo che non sia risolvibile con una bella conversazione o due.

Esempio: il vostro protagonista odia le donne che mentono.
Il vostro LUI suppone che la protagonista gli menta a proposito di qualcosa di importante (anche se in effetti non è così) e i due sono troppo impegnati a litigare per chiarire delle posizioni o degli equivoci facilmente chiaribili sedendosi a tavolino a parlare.
Questo NON è conflitto interiore.

Ora invece supponiamo che il vostro eroe sia un giocatore d’azzardo che odia le donne che mentono e la vostra protagonista la vedova di un pastore protestante, la quale gli mente perché lo reputa troppo simile al delinquente che ha ucciso suo marito e perché teme che lui voglia portarle via la casa e lasciarla in mezzo a una strada con i figlioletti.
Questo E’ conflitto interiore.

Vi è chiara la differenza? Il conflitto interiore prende vita dalle esperienze vissute dal personaggio ed è parte di sé. Ecco perché ne determina le scelte.

Imparate a giocare con il conflitto interiore in ogni capitolo, facendo in modo che il conflitto esterno (avvenimenti avversi) esacerbi quello interiore. Inserite sempre, in ogni capitolo, quel “tira e molla” che enfatizza la tensione erotica tra i due protagonisti.

Create poi delle situazioni che minino le certezze dei due, ma proprio quando questi stanno cominciando a pensare di rivedere le proprie convinzioni, deve accadere qualcosa che le riconfermi nella loro mente.

Inoltre, dovete decidere in anticipo come risolvere i conflitti interiori ed esterni e ricordate che entrambi dovrebbero risolversi alla fine del romanzo (sapete, la suspance J)

Bacissimi!

venerdì 12 giugno 2009

Manuale si scrittura - Lez.4

L'EROINA DEI NOSTRI SOGNI

LA LEADER

Ambiziosissima, destinata a vincere fin dalla nascita, sicura di sé, competitiva, arrogante.



LA SEDUTTRICE

Seducente e manipolatrice ma in fondo ha un cuore, la cinica visione della vita guida le sue azioni, è disposta a qualsiasi cosa per andare avanti e cadere sempre in piedi, indipendente, furba, usa lo charme come arma.



LA COMPAGNONA

Spiritosa e leale, trova la sua nicchia per realizzarsi, non ha bisogno di primeggiare, è più camerata che vamp. Affidabile e sempre di aiuto, fa amicizia con tutti.



LO SPIRITO LIBERO

Schietta e impulsiva, mai ovvia, simpatica e creativa, imprevedibile.



LA TROVATELLA

Cenerentola e la Bella addormentata nel bosco in uno. Il suo candore ispira protezione ma in sé ha una grande forza che nessuno sospetta.



LA LIBRAIA

Coscienziosa, ordinata, è convinta che l’aspetto fisico non conti. Saputella, seria, efficiente, rigida e repressa, schiva e scostante.



LA CROCIATA

Mira allo scopo e non si ferma finchè non lo persegue. Coraggiosa, persuasiva, ostinata, attiva.



LA MAMMA
Grande ascoltatrice, accomodante, comprensiva, serena, capace, ottimista, si prende gran cura di tutti, materna, premurosa, protettiva, altruista.

Manuale di scrittura - Lez.3

L'EROE DEI NOSTRI SOGNI


IL LEADER

Duro, deciso, ambizioso, inflessibile e spesso insopportabile.

Esempi: Marlon Brando ne Il Padrino o Humphrey Bogart in Sabrina.



IL RAGAZZACCIO

Pericoloso ma affascinante, carismatico, amaro e sfuggente, odia le regole e i capi, non gli piace che gli dicano quello che deve fare, è un perfetto fuorilegge.

Esempi: Patrick Swayze in Dirty Dancing.



IL MIGLIORE AMICO

Gentile, premuroso, attento, il ragazzo che ogni donna vorrebbe sposare nella realtà. Non ama il confronto e non viene notato né apprezzato finchè non lo si conosce.

Esempio: Tom Hanks nei suoi film.


IL SEDUTTORE

Divertente, irresistibile, inaffidabile, l’anima della festa. Non ama il lavoro duro, non ama i compromessi soprattutto con le donne.

Esempio: Tom Selleck in Magnum PI.



L’ANIMA DANNATA

Tormentato e introverso, vulnerabile in amore, geniale e solitario.

Esempio: La Bestia de La bella e la bestia, il Fantasma dell’Opera



L’INTELLETTUALE

Logico, introverso, inflessibile, onesto, quando si innamora è per sempre. Interessante affiancarlo a una donna di indole opposta.

Esempio: Sherlock Holmes.



UOMO-AZIONE

Uomo tutto azione. Animalesco, audace, si caccia nei guai ma è abilissimo a venirne fuori. Tutto energia e coraggio.

Esempi: Indiana Jones, Will Smith in Men in Black, Sandokan



IL GUERRIERO

Cupo e pericoloso ma protettore dei più deboli. La sua durezza è dovuta a un torto subito, è nobile e tenace.
Esempi: Steven Seagal e Chuck Norris nei loro film.

Gruppo di critica de "La chiave dei sogni"

Adorate,

ho appena aperto un gruppo su yahoo dedicato a chi volesse far parte e usufruire di un gruppo di critica. ho pensato che in questo modo avremmo la possibilità di sottoporre i nostri lavori e avere un parere esterno da "lettrice".

Ci tengo a precisare che non parleremo di romanzi di scrittrici famose (se non, magari, per citarle come esempio) ma ci dedicheremo ad analizzare i nostri lavori anche nell'ottica di quello che di volta in volta impariamo con le lezioni di questo blog.

Tutto questo viene fatto sempre con l'intenzione di dare la possibilità di approcciare il lavoro di scrittrice rosa in modo professionale.
Perchè è questo che alle scrittrici italiane manca ed è questo, secondo me, che le rende insicure nei confronti dei grandi editori.

Perciò, se la cosa vi interessa, creerò una cartella nominativa per ciascuna di voi, che raccoglierà tutti i lavori che vorrete sottoporci e discutere insieme.
Vi aspetto perciò su lachiavedeisogni@yahoogroups.com per l'iscrizione.
Bacini

Puntate in alto

Carissime,

spesso pubblicare con un piccolo editore ci sembra la soluzione più semplice: ha meno pretese e ci rende la vita più facile.
Il grande editore è molto selettivo, ha tempi di risposta geologici e il più delle volte ci sembra inarrivabile. Mondadori, la Harlequin, Sperling&Kupfer sono dei mostri sacri: decisamente troppo per un'autrice esordiente.
Ecco perchè ci avviciniamo con meno timore reverenziale al piccolo editore.
E qui sta la fregatura: si paga, gente, denaro sonante per avere che cosa? Nulla.
Il piccolo editore vi farà sborsare un bel po' di soldini, vi stamperà, diciamo, 2000 copie che - dice lui - distribuirà nelle grandi librerie.
Non ci credete. anche se ciò dovesse avvenire, non avete una sola speranza di vendere perchè la libreria vi metterà nell'angolo più remoto e nemmeno i topi di biblioteca vi troveranno.

Ma fate attenzione anche ai grandi. Vi racconto la mia esperienza. Anni fa, io e una mia amica mandammo un romanzo alla Curcio Editore (quella dei romanzi BlueMoon, per intenderci). dopo un paio di mesi ci risposero che avrebbero pubblicato il libro e ce lo misero pure per iscritto.
Da quel momento, più nulla. abbiamo mandato email, fax, abbiamo telefonato, ma nulla. Dopo tre anni, di recente, ci è arrivata una email dell'editore dicendo che il libro non sarà pubblicato perchè non adatto alla collana (notare che ce lo eravamo persino dimenticato).
E’ di poco tempo fa la notizia che una nostra amica ha pubblicato con il succitato editore, il quale le ha pagato la succulenta somma di 200 euro per acquistare il manoscritto. Vi rendete conto?
Beh, non so voi, ma io preferirei tenermelo nel cassetto per quella cifra, il mio libro.

Quello che voglio dirvi è questo: PUNTATE IN ALTO, puntate al grande editore perché solo in quel caso potrete fare sul serio. Se avete dei soldi da spendere, pagate un buon editor che vi aiuti a migliorare il vostro libro e a renderlo commercializzabile.
Anche perché non esistono altre speranze se non i grandi editori che hanno capitali sufficienti a pubblicare su larga scala e soprattutto a DISTRIBUIRE.
Un romanzo Harlequin, o uno Mondadori si vendono da soli ma un romanzo pubblicato dalla PincoPallino che fine fa?
E se proprio non vi interessa vendere, ma volete solo vedere stampato il vostro libro, ricorrete alle case editrici ON DEMAND che vi stampano solo le copie che volete e che hanno costi molto contenuti.
Bacini